BENESSERE MENTALE: ANCORA UN TABU’

Il benessere mentale ancora oggi è visto come qualcosa che deve appartenerci dalla nascita e che dobbiamo essere in grado di trascinarci per tutta la vita, al fine di rientrare in quei certi schemi comportamentali che possano fare di noi : quelli “che sanno vivere” e che il mondo può etichettare come “sani”.
Non sono ammesse fragilità, buchi neri, debolezze.
Fa paura, non si sa gestire, non si sa accettare.

Ma il punto è che prima o poi cresci e la vita ti piega e addirittura in certi punti ti spezza, e quasi mai ti ritrovi con gli strumenti giusti per affrontare il faticoso mondo dell’età adulta, dell’incertezza del futuro, delle relazioni, della maternità, della reale possibilità di perdere le cose a cui tieni di più da un momento all’altro.
Se ti ci metti a pensare anche solo un minuto in più del dovuto, senti di impazzire, perché ti rendi conto che su molte cose non hai il controllo.
Ma oggi, ancora come tanti anni fa, se ti permetti di sentirle e vederle certe dinamiche, certe emozioni, di ascoltarti più in profondità, se ti permetti la fragilità, diventi un problema da gestire.

Ognuno di noi ha una sensibilità alla vita derivante dalla propria storia personale e intergenerazionale, cosi diversa l’uno dall’altro, che non esiste un reale metro di giudizio di ciò che è sano e ciò che non lo è. Il confine sta nel modo in cui tutto questo inficia sulla tua qualità di vita.

Diventare consapevoli che il benessere mentale è un lavoro continuo, non un diritto acquisito e che come un’onda a volte ha picchi più elevati ed altri scende vorticosamente è sicuramente il primo passo per capire che non siamo tutti sani o tutti in difficoltà ma semplicemente siamo vivi e c’è chi con gli occhi aperti sta lavorando per se stesso e chi nasconde tutto sotto al tappeto.

E’ ancora così complicato accettare che come il corpo ha bisogno costantemente di cure e visite per qualsiasi problematica possa insorgere nel corso nella vita, lo stesso vale per il benessere mentale che si connette a quello fisico ma che trae origine da una profondità che ha bisogno costantemente di un allenamento affinché possa essere raggiunta. E non sei malato per questo.

Non avere paura delle tue cadute, imperfezioni, difficoltà.
Sei umano, sei al mondo, sei nelle relazioni che sono prima familiari e poi sociali e che ti formano,
ti cambiano e ti lasciano molto spesso pieno di graffi.
Lascia che tutto ciò di nevrotico accompagna la tua vita, ti racconti di più su di te e poi impegnati costantemente a riportare l’equilibrio che ti serve al fine di riuscire a vivere bene nonostante quei pezzi che sembrano non incastrarsi.
Tu non sarai mai uguale a nessun altro perché nessuno ha mai vissuto le tue esperienze, nel tuo corpo e con la tua mente, ma ricorda che qualsiasi sia l’etichetta del DSM-5 con cui ti presenti al mondo intero, resti un essere umano che ha bisogno più di ogni cosa di ascolto, comprensione e amore.






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